Philip K. Dick - Follia per sette clan - ed. Mondadori Urania 13/9/98
L'idea è "sfiziosa": una luna utilizzata come ospedale psichiatrico dalla terra resta da questa isolata per 25 anni. I malati si organizzano in clan, sei uno per ogni patologia:
Mani = maniaci
Para = paranoici
Dep = depressi
Schizo = schizofrenici
Os Com = ossessivo compulsivi
Eb = ebefrenici
il settimo è per i bambini e i giovani, in attesa che "sviluppino" le loro patologie e siano quindi accolti da uno dei clan precedenti.
La trama poi forse si perde un po' rispetto all'idea iniziale,
intrecciandosi variamente coi destini di terrestri e non e dei loro problemi, manie e/o patologie mentali, però nell'insieme il libro è divertente e accattivante.
INCIPIT
"Prima di entrare nella sala del Supremo Consiglio, Gabriel Baines inviò avanti il suo scricchiolante simulacro, prodotto dalle insuperate industrie belliche Mani, per vedere se per caso avrebbe corso qualche pericolo. Il simulacro, ingegnosamente costruito per rassomigliare a Baines in ogni particolare, era stato inventato dagli scienziati Mani che lo avevano programmato per molti altri lavori, ma Baines lo impiegavo soltanto per
difendersi, o quando temeva qualche pericolo: difendere se stesso era l'unico scopo della sua vita, l'unico suo diritto per far parte del clan Para, nella città di Adolfville situata al polo settentrionale della luna."
QUALCHE CITAZIONE
da una conversazione fra due terrestri (o meglio un terrestre e un
"simulacro") durante il viaggio verso la luna, ipotizzando la società che troveranno:
"Ma c'era una categoria ancora più sinistra <..> da parte di un paranoico ci si doveva aspettare una fredda, sistematizzata e permanente ostilità. Non si sarebbe smorzata con il tempo, ma sarebbe cresciuta, trasformandosi in qualcosa di sempre più elaborato. Il paranoico possedeva una capacità analitica e calcolatrice di prim'ordine: aveva un'ottima ragione per ogni
sua azione e ognuna di esse entrava sempre a far parte di uno schema molto complesso. <..> Come l'ebefrenico, il paranoico aveva trovato una stabile e permanente malformazione con cui vivere. E <..> il paranoico "sembrava" razionale. <..> Risultava incapace di provare amicizia, empatia, di immaginare se stesso al posto di un'altra persona, quindi per lui gli altri non esistevano neppure, se non come oggetti in movimento che interferivano o no col suo benessere. Per decenni era stato affermato che i paranoici erano incapaci di amare. E non era vero. Il paranoico amava completamente come ogni altra persona <..> Ma c'era una leggera differenza in questo suo amore.
Il paranoico lo provava come una varietà di odio.
<..> Secondo la mia teoria i diversi tipi e sotto-tipi di malati mentali su questo mondo dovrebbero essersi divisi in classi <..> gli ebefrenici dovrebbero essere equivalenti agli intoccabili. I maniaci dovrebbero formare la classe guerriera <..> i paranoici, o meglio i paranoici-schizofrenici dovrebbero costituire la classe di governo <..> Mentre i semplici schizofrenici <..> dovrebbero corrispondere alla classe dei poeti anche se
alcuni di loro dovrebbero essere visionari religiosi, così come alcuni Eb.
Gli Eb, comunque, dovrebbero essere più inclini a produrre santi asceti, mentre gli schizofrenici quelli dogmatici. Quelli affetti da schizofrenia polimorfica dovrebbero essere i membri creativi di questa società, quelli che forniscono le nuove idee. <..> semplici psicotici <..> dovrebbero formare i quadri impiegatizi <..> Il loro conservatorismo dovrebbe bilanciare la qualità radicale degli schizofrenici-polimorfici e rendere stabile la piramide sociale
<..> Il governo, in questa società malata, cadrebbe in mano ai paranoici perchè essi sono nettamente superiori sia individualmente, sia in termini di iniziativa e di intelligenza. <..> Ma con i paranoici a determinare l'ideologia di governo, il tema emozionale dominante deve essere l'odio."