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amusement del 21 marzo 2008

Desidero fare alcune osservazioni sulla serata del 21/03/2008 all'amusement.

Premetto che sono osservazioni personali e quindi assolutamente soggettive. Questo mio intervento vuole diffondere una certa consapevolezza nel pubblico affinché esso non sia semplicemente passivo fruitore di suoni da seguire più o meno a tempo; ma divenga soggetto capace di apprezzare la vastità e la differenziazione, come avanti a tutti noi si rappresenta, dell'universo del tango.

Troppo spesso capita che alcuni che prendono mano all'uso del tango come professione (e non c'è nulla di male in ciò), lo metabolizzino al punto da identificarsi con esso fino a ritenere di essere manifestazione fisica tangibile di questo fenomeno. Niente di più ingannevole. Il tango si estende nello spazio e nel tempo e muta continuamente la sua forma. Esso è liquido: incomprimibile e solvente. In esso possiamo solo tentare di galleggiare nuotare bere e farci bagnare.

Chi scrive lo ritiene non più mera espressione della cultura rioplatense ma pronto a divenire universale drammatizzazione della vitalità tipica umana. In quanto tale esso deve essere trattato, pena la sua riduzione a fenomeno subculturale folkloristico, esposto alle più bieche manipolazioni di carattere negoziale e banalizzante. Tali degenerazioni possono, se non ostacolate in tempo, sortire la spiacevole risultanza che, detta articolata e multiforme e cangiante forma d'arte, sia limitata a "vacanziero sollazzo".

Il pubblico deve quindi necessariamente approfondire la conoscenza dei brani, adoperandosi all'ascolto nel frangente della danza, in modo tale che essa non sia, pedissequa rassegna di sequenze coordinate, ma sia frutto di empatico avvicinamento alla melodia.

In tutto ciò ruolo primario lo hanno coloro i quali mettono la musica. Infatti, una giustapposizione di brani non vale un'altra. Il musicalisador è guida della serata e grazie alla cultura e sensibilità musicale e melodica che dovrebbe caratterizzarlo, il pubblico è messo nelle condizioni di interpretare col proprio corpo la vastità della musica, unendosi ad essa.

Il Sig. Alan, la sera del 21 Marzo, secondo chi scrive, non ha dimostrato di poter essere portavoce di questa teoria. Egli ha dichiarato, con il suo operato, di essere tra coloro i quali fanno uso del tango quale "vacanziero sollazzo". Adduco a dimostrazione di tale affermazione il fatto che egli non valutasse il suo operato tout court ma in funzione del fatto che il locale fosse pieno. Ebbene il locale era pieno in quanto l'unico in zona a fare tango e la sera era prima delle festività pasquali. Non sono accorsi per il Sig. Alan ma per ballare il tango.

Il Sig. Alan ha cucinato male le pientanze creando, col passare del tempo, una poltiglia monocromatica di gusti stantii. Prevaleva il tono su tono. Non emergeva alcun sapore drammatico. Tutto affondava in una mescola stucchevole svenevole e melensa. Il liquido tango era diventato una stopposa melassa diabetica. A coronamento di ciò, verso la fine, intervenivano due milonghe da club mediterranee. Mancava solo l'ospite: Licia Colò.

Ora, personalmente posso comprendere che per alcuni sia auspicabile questo tipo di conduzione della serata, adatta a "signoreantipatichee annoiatechehannoprenotatotuttelesedie" o a gente che ama essere parte del jet-set o a far credere di sapere tutto di tutto; ma non condivido questo stile. Pensate che, esausto, preferivo ballare gli stacchi piuttosto che affrontare un'altra tanda. E' delittuoso relegare così il tango. Bisogna studiare di più, avere una più vasta cultura musicale. CI VUOLE ORECCHIO!! BISOGNA SAPER OSARE! CORAGGIO! saluti a tutti Nicola
mi scuso per la franchezza, invio la presente per stimolare una riflessione e sperare di arricchire il dibattito.

un novello anarcotango

che bello,rivedere che in mancanza di anarcotango, c'è qualcuno che sale in cattedra per sparare bestialità.

anarcotango sta per tornare tutto nuovo.

Re: un novello anarcotango

i giudizi vanno argomentati. La tua osservazione mi ricorda la favola di Esopo la vole e l'uva.

Re: un novello anarcotango

Fame coacta vulpes alta in vinea
uvam adpetebat, summis saliens viribus.
Quam tangere ut non potuit, discedens ait:
"Nondum matura es; nolo acerbam sumere."
Qui, facere quae non possunt, verbis elevant,
adscribere hoc debebunt exemplum sibi.